Un 2019 da brivido e col fiato sospeso



Cosa augurare per il 2019 l’ultimo dell’anno considerato che ci pensiamo sempre all’ultimo momento? È una domanda che ognuno di noi si pone nell’isolarsi, con il cellulare in mano, mentre scorre la lista di familiari, amici e conoscenti. Pensa e ripensa al messaggio più appropriato, magari differente da quello degli anni passati, comunque personalizzato e pregno d’affetto. Si passano così in rassegna diverse ipotesi di augurio, una sorta di modello che possa servire da base modificabile. E i modelli non mancano, ti arrivano pure a pioggia in una giornata senza ombrello. 

L’augurio più gettonato di sempre è “Felice anno nuovo”: bello, istantaneo, asciutto, pulito, efficace, eterno, buono per tutti ma non per tutte le stagioni non potendolo usare in primavera, in estate, in autunno e neanche in tutti i giorni dell’inverno. A dicembre lo puoi augurare solo l’ultimo dell’anno, il 31, al massimo il 30 ma già ti guardano male, il 29 neanche ti ascoltano perché è ancora troppo presto. 

Dunque, “Felice anno nuovo”, è un augurio perfetto: non è elitario e neanche volgare: è giusto, trasversale, democratico, a misura di tutti perché sta bene nella bocca di un popolo intero e non a una sola categoria, a un solo ceto, lo può pronunciare un premio Nobel così come un operaio senza premio. Con “Felice anno nuovo” si va sul sicuro e non si corre il rischio di essere criticati per eccesso o per difetto. Anche la conseguente risposta ha lo stesso identico carico di sottili significati: “Grazie di cuore, auguri a te e famiglia”, perché aggiungere “a te e famiglia” sia nell’augurio che nel controaugurio è importante e debbo dire che è una regola che viene rispettata da tutti (rispondi però agli auguri con dispiacere, perché hai subito gli auguri, perché sei stato antipaticamente anticipato, preso in contropiede: avresti voluto tu, per primo, rivolgere gli auguri che hai rinviato di minuto in minuto al momento che hai ritenuto migliore ma così purtroppo non è stato). 

Poi si può augurare ciò che vogliamo: pace, salute, serenità, lavoro, vacanze, amore, preghiere, ricchezza… questo dipende dalla persona a cui inviamo gli auguri. E in questo caso bisogna essere molto attenti. Non possiamo, ad esempio, augurare di trovare una fidanzata a chi vuole il fidanzato e viceversa; augurare di trovare un lavoro a chi non ne vuole neanche a spinta; augurare una vita serena a chi abita a ridosso di una caserma dei vigili del fuoco sempre in emergenza e sempre con la sirena attivata; augurare una vita movimentata a chi abita dentro una zona sismica; una vita di straordinarie vedute a chi ha chiuso per sempre gli occhi; augurare l’amore a chi odia con tutto il cuore pure chi ama e chi augura amore. 

Lo possiamo comunque fare. Ma non vi auguro le reazioni. Ecco, arrivando alla conclusione, vi auguro per l’anno che verrà belle azioni e belle reazioni; vi auguro buone semine e buoni raccolti; vi auguro germogli profumati e giornate di caloroso sole; vi auguro quegli incontri che cambiano in positivo il corso della vita; vi auguro di essere raggiunti da caldi raggi di luce nei momenti di gelido buio; vi auguro di trovare la vostra piena realizzazione e di bagnarvi nel fiume della inesprimibile felicità. 

Vi auguro in segreto quello che, intimamente e nel silenzio, ogni anno auguro a me e ai miei affetti. 

Riporto a chiusura un augurio che mi è giunto e che mi ha colpito: che sia un gran 2019, da brivido e col fiato sospeso (ma che vuol dire?) 

Raimondo Moncada 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Proudly powered by WordPress | Theme: Baskerville 2 by Anders Noren.

Up ↑