Guerra alle Fake News diffuse come un virus da casa


La battaglia al coronavirus si combatte stando a casa, ma trattenendo l’impulso primordiale. Stando a casa e scatenando l’impulso si rischia di ostacolare seriamente l’immane sforzo che con estremo sacrificio stanno facendo medici, infermieri, operatori della protezione civile, autotrasportatori, titolari e personale dei generi alimentari, tanti dipendenti pubblici che mantengono in vita i servizi essenziali e di supporto, le autorità tutte, dal Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri, ai Presidenti di Regione, agli Assessori Regionali, ai Sindaci, agli Assessori, tutti uniti per una guerra comune e senza confine. 

Ci sono due tipologie di combattenti, a casa e fuori casa. 

C’è chi deve combattere in campo aperto e in trincea perché le Istituzioni centrali e periferiche (con tutte le loro articolazioni come la Sanità) servono a questo, perché la tanto bistrattata Pubblica Amministrazione serve a questo, perché il tanto smantellato Stato serve a questo (le Istituzioni non fanno profitti come il privato). C’è chi deve è chiamato a combattere restando a casa e non uscendo se non in casi eccezionali (i cani non ne possono più di fare la pipì). Ma deve stare a casa comportandosi bene e non sparare minchiate che le minchiate fanno male e favoriscono la diffusione del virus (minchiata è un termine sdoganato, che si trova nei migliori vocabolari come la Treccani che mi precisa il significato: “azione, espressione da sciocco, stupidaggine”).

C’è una proliferazione di notizie false (Fake News) che mi spaventa. Così come mi spaventa il fatto che a non riconoscerle subito, nell’immediatezza, dopo pochi secondi di lettura o di ascolto, siano anche persone con tanto di laurea, persone colte, persone che parlano bene, persone che hanno studiato e che dovrebbero avere un cervello allenato così allenato da mettere in dubbio tutto e far emergere la sciocchezza (o minchiata, come preferite).

Passi che le notizie palesemente false siano credute vere da una persona che ha cultura limitata o limitati mezzi cognitivi, ma è imperdonabile che tutti gli altri si facciano strumento di propagazione di notizie false attraverso ogni mezzo tecnologico a portata di mano ( c’è anche da dire che ci sono certe Fake News fatte così bene che all’istante non si riconoscono; perciò siamo chiamati a una maggiore attenzione e cautel e ad attendere oltre quell’istante prima di passare all’azione e premere il grilletto). 

Una volta, quando si combatteva una guerra tradizionale, si parlava di “attacco totale: via aria, via terra e via mare”, adesso l’attacco è virale e su ogni viralizzante canale social. Ogni giorno anche miei contatti linkano o replicano su Facebook articoli, immagini, video, audio, con contenuti non verificati e non verificabili. Tutte bufale che vengono poi riciclate a grappolo pure su WhatsApp con una diffusione virale di notizie rigorosamente false che fanno un danno enorme ingenerando paura e false convinzioni. 

Con un continuo balletto di informazioni e controinformazioni, io stesso non capisco più se la mascherina fa bene o fa male, quale mascherina fa bene e quale fa male, se i guanti fanno bene o fanno male, se togliere le scarpe quando si arriva a casa uccide il coronavirus e se lo uccide mi debbo togliere pure le calze e rischiare di farmi urlare “Meglio il coronavirus!” a causa dell’esagerato odore ai piedi che non si può nascondere. Ho letto di tutto, anche che i gargarismi uccidono il virus in gola prima di arrivare nello stomaco. O che farebbe benissimo pure una soluzione con acqua, sale e aceto.

Chiedo: può un cartello dietro una porta “Non entrare!” costringere il virus a bussare prima di oltrepassare l’ingresso di un’abitazione?

Ci vorrebbe un articolo del codice penale per condannare i creatori e i diffusori di Fake News soprattutto nei casi di emergenza che stiamo vivendo (tranne quelle che ti strappano un sorriso e se ti strappano un sorriso non sono notizie false ma battute ironiche frutto del genio comico). 
Basta!
Restiamo a casa senza fare danno. Tratteniamo l’impulso e non condividiamo notizie false per non creare confusione, paura, allarme. 
Informiamoci su fonti ufficiali, credibili, professionali, che diffondono notizie verificate e verificabili. Ne va della salute individuale e pubblica. 

C’è d’impazzire!
Raimondo Moncada

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