Un augurio ai professori e poi agli studenti. Inverto l’ordine degli addendi (o addenti, voce del verbo addentare?).
Nel primo giorno di scuola permettetemi di rivolgere un augurio ai professori: SIATE MAESTRI DEI VOSTRI ALLIEVI.
Il vostro non è un mestiere, non è una missione. È qualcosa di più. Di impagabile!
Avete il compito non di riempire con l’imbuto delle teste vuote con tutti gli ingredienti imposti dai programmi ministeriali, ma di entusiasmare i giovani. E se c’è l’entusiasmo lo studio non è più studio, ma curiosità, passione, voglia di scoprire, di sapere, di approfondire, di rompere le p. con continue domande, sollecitazioni: e perché è così? E come mai mischiando il rosso col giallo viene verde e non arancione?
Voi professori avete il potere di far crescere le ali a un ragazzo così come potete strappargliele.
Avete proprio questo potere.
Il mio augurio, allora, è proprio questo all’inizio della scuola: da un lato grande desiderio di insegnare, di trasmettere saperi da Maestri; dall’altro voglia di sapere e di “rubare” saperi da allievi convinti.
In mezzo ci sta la magia.
Accendiamola!
Fortunati quegli alunni che sul loro cammino trovano insegnanti (qualcuno, non tanti, ne ho incontrati pure io) che sono anche Maestri; e fortunati quegli insegnanti che sul loro cammino si ritrovano alunni così affamati di sapere da risultare fastidiosi (rompipalle!).
Buon anno scolastico.
Raimondo Moncada
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