Circola un sospetto sull’improvvisa e decisiva inversione di tendenza che ha portato alla conferma di Sergio Mattarella come nuovo Presidente della Repubblica. I gruppi parlamentari della maggioranza che sostiene il governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi avrebbero abbandonato l’idea di eleggere una donna al Quirinale dopo aver letto il pezzo contenente l’atroce dubbio linguistico: come eventualmente chiamarla? Capo dello Stato o Capa dello Stato?
Un dubbio non sciolto, nonostante motivate, ragionate, dotte spiegazioni linguistiche, che avrebbe costretto tre quarti di Parlamento a lasciar cadere ogni candidatura femminile e l’auspicio di eleggere la prima o il primo Presidente della Repubblica donna.
Da indiscrezioni, ci sarebbero delle dichiarazioni non confermate dalle bocche cucite che andrebbero a supportare la scelta scaturita da un sereno confronto linguistico tra rappresentanti del popolo provenienti dalle varie regioni dell’Italia finora unita, ognuno fiero delle proprie origini linguistiche e del dialetto locale. Questa la traduzione simultanea in unitaria lingua italiana:
“Non vogliamo fare mala figure” avrebbe detto una gola profonda in una riunione riservata, top secret, in un luogo sconosciuto, top secret, da dove i rappresentanti sarebbero usciti top secret e con le bocche ben cucite dalla porta retrostante. “I linguisti, i grammatici, i sintattici, i vocabolaristi, i prevefessori e le prevessoresse di Italiano, Greco e Latino, di ieri e di oggi, unifichino le grammatiche vecchie con quelle nuove, o viceversa, comprese quelle etimologiche e storiche, e scrivano una volta e per tutte una regola unica, condivisa, unitaria, accettata da tutti, dalle Alpi alle App, sull’esatta e definitiva declinazione al femminile dei nomi di professioni, mestieri, carriera. Se la risposta non dovesse giungere entro i prossimi sette anni, riconfermeremo per altri sette anni Sergio Mattarella al Quirinale”.
La lingua (femminile) è questione di Stato (maschile) e merita più regole e meno eccezioni. Lo dico neutralmente, come roso da una rosa.
In attesa che ogni minimo dubbio venga sciolto, rivolgo i miei auguri di buon lavoro in italiano al presidente della Repubblica, Capo dello Stato, Sergio Mattarella.
Lascia un commento