Pasolini, la Sicilia e i Siciliani: “Gioia e bellezza”

Pasolini, Cineteca BOLOGNA

“Non c’è dubbio, non c’è il minimo dubbio che vorrei vivere qui: vivere e morirci, non di pace, come Lawrence a Ravello, ma di gioia”. Pier Paolo Pasolini annota nel suo taccuino le impressioni sul viaggio nell’estremo Sud, in Sicilia, fatto al volante di una Fiat 1100 nell’estate del 1959, per un reportage commissionatogli dalla rivista Successo. “Avevo sempre pensato e detto che la città dove preferisco vivere è Roma, seguita da Ferrara e Livorno. Ma non avevo visto ancora, e conosciuto bene, Reggio, Catania e Siracusa”.
Il reportage diventa anche un libro, La lunga strada di sabbia (Editore Guanda, 2017). Pasolini scrive che Taormina “è indubbiamente una cosa d’una bellezza suprema”, che “il viaggio da Messina a Siracusa può fare impazzire”, che la gente di Portopalo “è la più bella d’Italia, razza purissima, elegante, forte e dolce”.
Pasolini, Cineteca BOLOGNA 2
C’è un legame tra Pasolini, la Sicilia e i siciliani e mi piace approfondirlo nell’anno in cui si celebra il centenario della sua nascita, con Bologna, fiera di un figlio tanto illustre, gli ha dedicato tante iniziative. Per tutto il 2022 sono state programmate mostre, convegni, pubblicazioni, rassegne cinematografiche, spettacoli. A promuoverle il Comune di Bologna, con la Cineteca, le Biblioteche comunali, il Ministero della Cultura, l’Università Alma Mater e altre realtà culturali. 
Pier Paolo Pasolini è presente ovunque, come Lucio Dalla. Gli scaffali delle librerie traboccano dei suoi libri: romanzi, raccolte di poesie, raccolte di lettere, raccolte di articoli, i saggi, gli studi sulla poesia dialettale nelle varie regioni d’Italia. C’è anche posto per la  Sicilia e i poeti, gli scrittori, gli artisti, gli studiosi e i ricercatori Siciliani. Nei suoi scritti si rintracciano i nomi di Giovanni Verga, Luigi Pirandello, Vitaliano Brancati, Leonardo Sciascia, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Salvatore Quasimodo, Nino Martoglio, Ignazio Buttitta, Elio Vittorini, Renato Guttuso, Dacia Maraini, Alessio Di Giovanni, Vann’Antò, Michele Pantaleone, Giuseppe Pitrè, Salvatore Salomone Marino.

Pasolini, libri

Di Leonardo Sciascia è stato per lungo tempo amico. Lo ricorda lo stesso scrittore di Racalmuto nel libro Nero su nero (Adelphi): “Ci scrivevamo assiduamente e ogni tanto ci incontravamo”. Poi la corrispondenza “si diradò” e gli incontri “divennero rari e casuali”. Pasolini in una lettera a Sciascia datata 31 marzo 1956 (pubblicata in una raccolta Einaudi), nel ringraziare per il “bellissimo” libro Le parrocchie di Regalpetra, parla di un “vero, forte e commosso senso di fraternità”. 
Una fitta corrispondenza, dal 1951 ai primi anni Sessanta, di cui si trova traccia nel patrimonio documentario della Fondazione Leonardo Sciascia di Racalmuto. Nelle lettere viene fuori anche una collaborazione di Pasolini con la rivista letteraria Galleria, diretta dallo stesso Leonardo Sciascia ed edita da Salvatore Sciascia di Caltanissetta.

La Sicilia è negli scritti e anche nel cinema di Pasolini. I paesaggi dell’Etna sono entrati nei film Il Vangelo secondo Matteo, Porcile, Teorema e I racconti di Canterbury.
Negli anni Sessanta, lo troviamo a Zafferana membro della giuria del premio letterario intitolato a Vitaliano Brancati, in compagnia di Dacia Maraini e Alberto Moravia.
Bologna, piazza maggiore, omaggio a Pasolini, Roversi, Dalla
Pier Paolo Pasolini nasce a Bologna, “in una città piena di portici” ricorda lui stesso nel Poeta delle ceneri (Archinto). A Bologna frequenta il Liceo Galvani, si laurea in Lettere all’Alma Mater e scrive le sue prime poesie. Nella “bella e dolce Bologna”, scrive nel volume Un paese di temporali e di primule (Guanda), “ho passato sette anni, forse i più belli”.
Una lapide, collocata nel 2004 dal Comune di Bologna al civico 4 di Via Borgonuovo, a pochi passi dalle due antiche Torri, scolpisce a futura memoria i suoi natali: “In questa casa il 5 marzo 1922 nacque Pier Paolo Pasolini, poeta, scrittore, regista”.
Pasolini, casa natia in via Borgonuovo a Bologna

Di sé stesso e delle sue origini dice: “Sono nato in una famiglia tipicamente rappresentativa della società italiana: un vero prodotto dell’incrocio… Un prodotto dell’unità d’Italia. Mio padre discendeva da un’antica famiglia nobile della Romagna, mia madre, al contrario, viene da una famiglia di contadini friulani che si sono a poco a poco innalzati, col tempo, alla condizione piccolo-borghese. Dalla parte di mio nonno materno erano del ramo della distilleria. La madre di mia madre era piemontese, ciò non le impedì affatto di avere egualmente legami con la Sicilia e la regione di Roma”. 

Scaffale con i libri di Pasolini

Pier Paolo Pasolini non si ferma a Bologna, vive in diverse città. Per tutta l’infanzia e l’adolescenza segue il padre Carlo Alberto Pasolini, ufficiale di fanteria, nei suoi continui trasferimenti. Nel 1942, a causa della guerra, si rifugia a Casarsa, in Friuli, nel paese della madre, Susanna Colussi, maestra elementare. Nel 1950 è costretto a trasferirsi a Roma, dove nella notte tra l’1 e il 2 novembre 1975, all’età di 53 anni, viene assassinato all’idroscalo di Ostia.
“La morte di Pasolini mi ha sconvolto molto – dirà in un’intervista Leonardo Sciascia –. Perché il mi sentivo molto vicino a lui. Non ero sempre d’accordo con lui. Però Pasolini aveva un coraggio, una capacità di provocazione straordinarie. E dopo la sua morte mi sono sentito un poco più solo, un poco più disarmato. Io con Pasolini ero molto d’accordo, anche quando aveva torto”.
Raimondo Moncada 

  

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Proudly powered by WordPress | Theme: Baskerville 2 by Anders Noren.

Up ↑