Andare a vivere in Russia

Per seguire la decisione della loro Russia, i filo putiniani italiani potrebbero auto oscurarsi da Facebook e Instagram. 
È una mia previsione, posso anche sbagliare e sbaglierò. 
La drastica decisione potrebbero prenderla dopo la sentenza di un tribunale di Mosca che – mi informano i giornali italiani – ha ufficialmente vietato l’uso delle due piattaforme social appartenenti alla società Meta giudicata organizzazione estremista. I post, scritti da utenti incontrollati durante la campagna ucraina, sono stati considerati colpevolmente odiosi e contro gli interessi della Russia e delle sue Forze Armate. 
Se ad esempio si è scritto che l’azione contro l’Ucraina è una guerra e non invece un’operazione speciale, se si è parlato di sanguinosa invasione e non invece di aiuto umanitario alla popolazione con lo scopo di liberarla dalla violenza dei neonazisti, queste opinioni sono state ritenute reato di incitamento all’odio contro i russi, non accettabile, da condannare, da sanzionare. 

Solo l’odio contro gli altri  si può considerare lecito, tanto odio, una valanga di odio distruttivo, che negli ultimi anni, in tutto il mondo, ha trovato il suo humus, il suo ritrovo, il suo strumento di amplificazione proprio nei vari social risultati fondamentali, come arma, anche in una guerra. 
I filo putiniani italiani dovrebbero ora agire di conseguenza non usando più i social condannati dalla Madre Russia oppure potrebbero usarli scrivendo solo cose belle per il proprio Paese per come insegna Putin. 
Intanto, non si registrano proteste di piazza in Russia né in altre comunità amiche contro il divieto di usare i social. Mi aspetto a questo punto – tutto è possibile – grandi manifestazioni a favore del divieto e di altri provvedimenti. Quasi quasi converrebbe andare a vivere in Russia. È tutto bello, si vive meglio che nell’odiato e pericoloso Occidente che ancora oggi consente a chiunque di accedere liberamente ai social network. 
Raimondo Moncada 

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