Come i babbaluci d’inverno, d’estate escono fuori tutti gli appassionati di moto, di grossa e di piccolissima cilindrata. L’acqua incoraggia le lumache ad uscire le corna dai loro gusci e a correre (per quanto possono) per trovare cibo, allo stesso tempo la bella stagione invoglia chi ha una due ruote a uscirla dal magazzino per raggiungere qualsiasi meta (l’acqua del mare, ad esempio) rinfrescandosi all’aria aperta e non nel chiuso di un’auto.
C’è chi ha così tanta passione da vivere in moto, anche d’inverno, uscendo con l’acqua, a qualsiasi condizione meteo e su qualsiasi suolo e per raggiungere qualsiasi destinazione anche a migliaia di chilometri di distanza. Mi capita sempre più spesso di vedere lungo la strada gruppi di decine e decine di motociclisti su mezzi di grossa cilindrata, bardati di tutto punto, organizzati in comitiva per condividere lo stesso amore e andare in giro per la Sicilia, per l’Italia, per il mondo, come un tempo si girava con i cavalli (ma non per chilometri per evitare di spompare gli animali senza libretto di manutenzione). E si organizzano, anche con gli indumenti e le giuste protezioni, perché la loro vita è la moto. E quindi pensano, tra le altre cose, anche al loro abbigliamento che non è un semplice abbigliamento. È come una divisa, è come la tuta di un’astronauta. Hai confort e hai sicurezza. Certo troverai chi cavalcherà nudo la propria moto in un momento di estrema ebrezza. Può anche accadere di leggere notizie su qualche fuori di testa multato per la pubblica esposizione (e non fruizione) di genitali al vento. Ma a parte gli scherzi e i colpi di testa, è importante, se non vitale, mettersi alla guida con una protezione totale, con un vestito speciale che – se sei motociclista – ti protegga in tutto, dalla testa ai piedi alle mani, dalle intemperie, alle eventuali cadute, sempre: in estate, in autunno, in primavera e in inverno, nella bavosa stagione dei babbaluci e dei motociclisti irriducibili e veri.
Raimondo Moncada
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