Un dio per due contro. Lo stesso, ma per due che si combattono e che hanno richieste opposte. Uno lo prega per sconfiggere l’aggredito, l’altro lo invoca per sconfiggere chi l’aggredisce. È nell’eterna natura dell’uomo. Abbiamo già assistito, nelle scorse settimane, al botta e risposta tra il patriarca ortodosso Kirill (con ripetute dichiarazioni pro Putin per la “operazione speciale” in Ucraina) e il papa della chiesa cattolica Francesco, instancabile nel chiedere in ogni occasione la fine di ogni ostilità in Ucraina e a parlare dell’esistenza di un unico Dio, il Dio della pace.
È notizia di oggi la scissione tra la Chiesa ortodossa Ucraina e quella di madre Russia. Ho letto negli organi di stampa nazionali che il Consiglio del Patriarcato della Chiesa Ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca (Uoc) ha dichiarato “piena indipendenza” dalla Chiesa ortodossa russa. L’Uoc ha condannato la posizione del patriarca di Mosca Kirill e la guerra della Russia contro l’Ucraina e ha invitato le parti a continuare i negoziati.
Una notizia che ha fatto partire in quarta la mia immaginazione, e chiedo scusa se posso sembrare blasfemo (sicuramente molto meno blasfemo di quello a cui si assiste).
Ho immagino il Padreterno chiamato al telefono prima dall’una parte e poi dall’altra e ognuna a sollecitargli le stesse richieste.
“Grande Padre, tu che puoi tutto, permetti la vittoria schiacciante e immediata della Russia sull’Ucraina e sull’Occidente che l’appoggia e che ti prega pure per la nostra sconfitta col desiderio di attaccarci e di vederci disintegrati. Dacci la forza di cui abbiamo bisogno per sconfiggere il male”.
“Buon dio, ascolta l’appello disperato del popolo ucraino sotto le bombe da mesi, fuggito in altri paesi per salvarsi la vita, che piange migliaia di morti, e che combatte per la propria patria con uomini e mezzi impari. Dacci la forza di cui abbiamo bisogno per resistere e sconfiggere il male”.
A chi deve dare ascolto? Da quale parte stare? Con chi sta?
Diciamocelo: si sentiva proprio la necessità di una nuova Chiesa che si aggiunge a numerose altre, con uomini di religione illuminati non si sa da cosa che non riescono a pensarla e ad agire allo stesso modo e in nome di un Dio comune che dovrebbe essere il Dio della Pace, della Concordia, del Bene, della generosità, della guarigione da qualsiasi male, perché così lo conosco, cosi mi è stato sempre descritto. E invece no! Ci sono grandi uomini di religione che si militarizzano e si contendono le grazie di Dio, dentro un mondo che continua a litigare, a farsi la guerra, a scindersi e a difendere una propria verità, una propria ragione, una propria posizione, uccidendo pure in nome suo trovando una copertura, una giustificazione in quell’Entità soprannaturale che l’umile Francesco, San Francesco chiamò “Altissimu Onnipotente Bon Signore” aggiungendo nel Cantico delle creature: “Guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali”, servitelo, invece, “cum grande humilitate”.
Raimondo Moncada
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