La trance di Vincenzo Italiano nel mare di Ribera

Vincenzo Italiano e Diletta Leotta


Accendere la luce sulla bella Sicilia, incantarsi e incantare come quando, spensierati, ci lasciamo cullare dai riflessi ondulati sulla pelle del nostro mare del sole al tramonto. A questo ho pensato ascoltando l’intervista televisiva su Dazn della Diletta Leotta all’allenatore della Fiorentina Vincenzo Italiano, entrambi siciliani, condivisa sul profilo social dal mio amico riberese e juventino Leo Salpietra. 

Diletta Leotta chiede: “Un tour operator ti affida la promozione della tua cittadina, Ribera. Hai trenta secondi per incantare i turisti invitandoli a visitarla. Cosa dici?”

È un invito a nozze! Vincenzo Italiano (cugino del mio amico riberese e interista Enzo Giacobbe) coglie l’occasione per esaltare Seccagrande, località estiva del paese natio della sua famiglia: “Mare fantastico, varietà di spiagge: sabbia, sassi, scogli. Uno spettacolo! che consiglio a tutti”. 


Le foto che ho scattato qualche anno fa da bagnante, lo dimostrano. Tutta la costa agrigentina, da Menfi, a Sciacca, a Ribera, a Eraclea Minoa, a Montallegro, a Siculiana, a Porto Empedocle, ad Agrigento, a Palma di Montechiaro, a Licata, è meravigliosa. Bellezza assoluta tra le bellezze assolute della Sicilia. 

Tramonto a Seccagrande, lido di Ribera


Parlando di estate, di mare, Vincenzo  Italiano confida a Diletta Leotta la sua grande passione: “Mi piace fare pesca in apnea: boccaglio, mascherina, pinne… È una passione che mi piace in maniera esagerata: immergermi, osservare in fondali… È una cosa che insieme al calcio mi fa andare in trance e non mi fa pensare a niente”.


Quella di Vincenzo Italiano, leggo nei profili che incontro, è la storia di un siciliano, nato in Germania, a Karlsruhe, in una famiglia di emigrati, che rientra in Sicilia, a Ribera, per crescerci, formarsi, come uomo e come sportivo, per poi trovare la sua strada da grande professionista fuori dalla sua terra. A diciotto anni va a vivere in Veneto, seguendo da promettente calciatore un pallone lanciato lontano:

“Da Trapani sono trasferito nell’Hellas Verona. Ho iniziato nelle giovanili per finire capitano. Ho esordito in serie A, ho fatto il mio primo gol in serie A. Sono diventato calciatore a tutti gli effetti. Poi mi sono trasferito a Padova. Sono diventato Veneto d’adozione”. 


Sotto l’ombrellone, nella spiaggia di Seccagrande, nel mare di Ribera


Dopo le esperienze da calciatore e poi da allenatore in diverse importanti squadre, a partire dalle giovanili del Ribera calcio, dal 2021 siede sulla panchina della Fiorentina distinguendosi per il gioco e per i risultati e sempre per l’amore per la sua terra madre, per il suo legame con il mare di Ribera, dove trova la pace quando stacca  per le meritate vacanze dalle fortissime pressioni. 


Grazie, mister, abbiamo tanto bisogno di testimonial positivi, da serie A, della nostra bella Sicilia. 


Raimondo Moncada 

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