A Lucia

A LUCIA, PER IL CINQUANTESIMO  

“E lei, lei, dico a lei, è disposta a seguire lui, lui, dico a lei, nella gioia e nel dolore …”

E ne abbiamo passate nel tuo mezzo secolo di vita, non in tutti i cinquant’anni ma in buonissima parte. Ci mancava solo provare quello che stiamo vivendo da un anno, durante il quale ti sei trasformata da moglie a badante a sbriga pratiche a segretaria a infermiera a psicologa a consolatrice… Hai curato le mie ferite e non solo quelle superficiali così come hai fatto trentatré anni fa quando ci siamo conosciuti, quando è sbocciata la scintilla su quel palcoscenico dell’istituto Fermi di Agrigento durante un laboratorio teatrale diretto da Andrea Camilleri. Anche allora, accogliendo le mie profonde ferite interiori, mi hai preso da terra e mi hai aiutato a sollevarmi e a incamminarmi per vivere, crescendo assieme, una seconda puntata della mia vita diventata la nostra vita. 

Non ti ho mai fatto gli auguri sui social (“Ma come? Quei due stanno assieme e si fanno gli auguri con i cuoricini su Facebook?”). Ne approfitto solo, nel cuore della notte, per aggiungere alle mie attuali manifestazioni pubbliche questa gratitudine per il tuo essere da mezzo secolo costantemente grande donna, grande fidanzata e grande moglie, grande compagna e grande madre, una persona unica e speciale che l’alchimia della vita col suo mistero, le sue imprevedibilità, le sue fortune, ha assegnato a me per formare con luce e calore nuova materia, in due più completa, più dolce e più forte. 

“E lei, lei, dico a lei, a lei, Lucia Nicuzza Alessi, è disposta a seguire lui, lui, dico a lui, cioè a lei, nella gioia e nel dolore, nelle giostre e negli… ”

“Sì, lo voglio”. 

GRAZIE. 

Dico a lei!


Raimondo Moncada 

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