L’inverno è arrivato

Sciacca d’inverno


C’è il tempo del maltempo. E lo senti pizzicare alla gola. In Sicilia arriva improvviso e rimani fregato. Per non farti fregare dovresti controllare pure le previsioni delle temperature oltre a quelle della pioggia che però non sono sempre precise e può capitare che per il meteo non piova e fuori diluvia. 

Ma fino all’altro ieri e anche a ieri, con lo stesso tipo di corazza alla pelle (maglia di cotone, camicia, maglione e giubbottino) si stava bene e anzi sudavi se ti facevi una salutare camminata. 


Oggi sento freddo, e c’è un vento che il freddo te lo fa arrivare anche attraverso le rigonfie e tremolanti finestre di vetro, con la sua bocca spalancata, col suo urlo con i denti affilati che fa pure spaventare il mare che si agita, schiumando onde nella costa di Sciacca.

Mi rimetto così la mia coppola di lana e do conforto al corpo irrigidito con una tazza di tè caldo.

Certifico che mi ha raggiunto ufficialmente l’inverno.

Non può essere sempre estate. Non puoi sempre stare a maniche corte, pure a novembre inoltrato, e sudare. Il tempo ha bisogno di graduarsi nelle stagioni di un tempo. Ma non è più così, da tempo. Il clima è così impazzito che domani uscirò di casa con tanto di mutandoni di lana, maglia di lana, camicia di lana, maglione di lana, giubbotto artico di lana compressa in uno strato di dieci centimetri e il tempo mi sorprenderà, ridendo, piombandomi addosso con un sole che mi spaccherà le pietre in testa.

È vero, non ci sono più le mezze stagioni, ma non ci sono più neanche quelle intere e puntuali. 


Raimondo Moncada 


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