Gli otoliti che mi fanno perdere la testa

Per guarire debbo farmi del male io stesso!
In estrema sintesi è questa la conclusione cui si è giunti decodificando in termini comprensibili ai più il tecnicismo medico.

Mi mancava pure combattere contro me stesso, ovvero contro parti minuscole di me stesso uscite fuori dalle loro orbite, letteralmente impazzite. Si chiamano otoliti e prima del male con vertigini che mi procurano erano a me prima sconosciuti.

Appena per la prima volta mi hanno pronunciato il loro nome, mi sono sembrati protagonisti di una canzone spagnola, ballabile, girando sulla musica di Colegiala.

Otolito con tus libros caminando …

E invece no! Non sono spagnoli ma mi fanno girare lo stesso, assieme al mondo circostante facendomi perdere il controllo e l’equilibrio. Ma guarda un po’! Sono in balia di otoliti ribelli così piccoli ma così dannosi. Non tutti, solo quelli dell’orecchio sinistro usciti non si sa perché dalla loro casa e domiciliati in un condotto che non c’entra nulla con loro e con la loro naturale esistenza. Ma non gliene frega nulla e si permettono di prendere in giro il mio cervello interagendo con gli otoliti gemelli dell’orecchio destro contrastandone i giusti segnali al cervello con la trasmissione di coordinate localizzatorie sballate (avanti-indietro, su-giù, destra- sinistra) così da fargli girare la testa.

E quindi? La soluzione?

Non esistono farmaci. Ma manovre. Debbo in pratica io stesso ncuitarli, stimolarne la follia, andandoli a disturbare fin nel loro covo, entrarci e combattere a viso aperto contro di loro facendo finta di divenire loro alleato e ballare assieme. Io stesso debbo impazzire facendo impazzire i miei otoliti sinistri fino a completo esaurimento.

E per quanto tempo?

Per tutto il tempo necessario, anche dieci, cento, mille volte al giorno!

Azz duttù!

Pazzi gli otoliti e pazzo io.
Se mi vedete in giro mentre mi gira la testa ora sapete che non sono io ma gli otoliti.

Tú sonríes
Sin pensar que al mirarte
Sólo porque estoy sufriendo
Colegiala de mi amor

Ora sono a letto e non ballo. Mi si chiudono gli occhi che si sono stancati dopo essere impazziti per diversi minuti in vortici violentissimi dopo che l’otorinolaeingoiatra, per capire, per appurare, per decretare, ha manovrato la mia testa e il mio corpo come uno sterzo d’auto scatenando gli otoliti nascosti ma in agguato che ora sembrano esauriti.

Intanto nel pomeriggio ho un impegno e per non impazzire, per non girare col mondo in piedi, sto provando qualche soluzione artigianale come quella nella foto.

Ccà semu! Ava a passari puru chista.

Raimondo Moncada

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