Chiamato a presentare tutto, anche i nipoti

È il presentatore dei presentatori. Detiene pure il record delle presentazioni della Sagra del Mandorlo in fiore: ben dodici! Chi meglio di lui? Solo l’inarrivabile Pippo Baudo con Sanremo: ben tredici edizioni. Ma mai dire mai a un campione del palcoscenico. 

Un maestro per tutti.

Quando ci sentiamo al telefono lo chiamo proprio così: “Maestro” e non per scherzare. Gliel’ho sempre detto, con convinzione, con rispetto, con riverenza, con ammirazione. Per me è stato sempre un modello da imitare, da raggiungere. Ha tanto da insegnare, come ha insegnato per tanti anni in una scuola vera, in una elementare della sua Grotte, da maestro.

Lui si chiama Egidio Terrana. Il nome non ha bisogno di aggiunte, di qualifiche, di aggettivi, di niente. Ma non possiamo fermarci al nome e al cognome. Qualcosa la debbo pur dire, oltre all’affetto che ci lega e a parte il babbìo perché ci piace babbiare al telefono, con telefonate che durano non dieci, non quindici, non trenta ma anche sessanta minuti. E in queste conversazioni, con un argomento che tira l’altro, senza scaletta, senza alcuna premeditazione, lui si lascia ogni tanto andare e, sollecitato, mi racconta pezzi della sua storia.

Conoscevo bene Egidio come direttore della storica testata giornalistica di Malgrado Tutto, come ideatore e conduttore di diverse trasmissioni televisive a Teleacras alle quali negli anni Novanta ho pure collaborato. Non conoscevo il prima e l’ampiezza della sua attività di giornalista e di presentatore, che dagli anni Sessanta si è estesa in tutta la Sicilia e oltre fino ad arrivare (senza alcun ponte) oltre lo Stretto di Messina, fino in Calabria. Il numero di spettacoli che ha presentato nelle piazze, nei teatri e in altri luoghi prestigiosi, come la Valle dei Templi, non si contano più (saranno migliaia); come non si contano gli artisti, i cantanti, i gruppi musicali, i grandi personaggi della cultura, delle arti e delle scienze che ha conosciuto e intervistato.

Una volta al telefono mi ha chiesto di sottoporlo a un quiz, alla Mike Bongiorno:

“Dimmi un nome qualsiasi di un artista…

“Iva Zanicchi”.- 

“Eravamo assieme sul palco …”

E racconta e mentre racconta gli si apre quella pagina di vita vissuta, di storia, con tanto di data, di luogo, di personaggi, di emozioni, come mettere una cassetta d’epoca, un VHS nel videoregistratore. Ricorda tutto e te lo fa vivere.

Non c’è grande artista o band famosa che non siano passati dal suo microfono: Gianni Morandi, Iva Zanicchi, Massimo Ranieri, Edoardo Vianello, i Pooh, Rita Pavone, Fred Bongusto, Riccardo Fogli, Franco Simone. Ma anche personaggi del calibro del premio Nobel Dario Fo e Tonino Guerra.

“Quando ci penso…” 

E qui una lunga pausa di nostalgia con la testa che rimane bloccata, frizzata, su quegli anni. 

“Un periodo incredibile!”

Un nome, una garanzia. Tutti a chiamare e a volere Egidio Terrana per le più importanti manifestazioni ad Agrigento, in provincia e oltre. L’ultimo evento in piazza lo ha presentato nell’agosto del 1991 a Finale di Pollina con ospiti i Cugini di campagna.

Ha lavorato anche per la Rai fino a quando è rimasto aperto il centro di produzione radiofonica in Sicilia, dal 1973 e per quasi dieci anni, andando in giro per la Sicilia come conduttore di trasmissioni (La nostra estate) o come inviato speciale di programmi giornalistici. Per due volte è andato su Rai Tre nazionale, presentando il premio internazionale Teatro Luigi Pirandello (è in questa occasione che ha conosciuto Dario Fo, Tonino Guerra e altri importanti personaggi). Una volta è andato anche su Rai Uno, in seconda serata, con uno speciale di un’ora dedicato alla Sagra del Mandorlo in fiore condotta assieme a Gabriella Bove.

Egidio mi ha raccontato il primo dei due provini per entrare in Rai dopo aver inviato domanda di partecipazione a un concorso: “Si cercano artisti, cantanti, presentatori…”

“E io ho scritto e mi hanno chiamato per un provino. Non lo potrò mai dimenticare: è stato il 7 dicembre 1972, vigilia dell’Immacolata. Presidente della commissione era Biagio Scrimizzi, uno degli autori storici della Rai. Mi chiamò e mi chiese di simulare una situazione: immagini di essere a Sanremo, di presentare un cantante. Immagini anche che il cantante non entri in scena. Cosa farebbe?”

Ed Egidio ha simulato affrontando la situazione brillantemente tanto da far dire al presidente della commissione: “Complimenti! Sicuramente ci rivedremo”. 

E questo è stato sempre il suo punto di forza, affrontare l’imprevisto con grande capacità di improvvisazione senza mai andare nel panico, senza mai bloccarsi, senza lasciare vuoti, pause. E questo grazie anche a un altro punto di forza: la preparazione. Conoscere l’argomento, conoscere gli ospiti, prepararsi le domande, prepararsi una scaletta, pensare preventivamente a eventuali imprevisti. Sapere tutto, anche quello che non verrà detto, perché potrebbe essere sempre utile.

Altre caratteristiche: il garbo, l’educazione, la signorilità, l’eleganza, il rispetto per tutti e l’autorevolezza per guadagnarsi il rispetto degli altri. E poi il coraggio di troncare i logorroici, chi si appropria del microfono e pensa di tenerlo per tutto il tempo della trasmissione o dello spettacolo. Altro requisito: l’essenza e la chiarezza delle domande, il non protagonismo del presentatore, la capacità di tenere i tempi e i ritmi sul palcoscenico come in uno studio televisivo. Ecco perché l’ho sempre considerato un maestro, una persona da cui imparare tanto.

Ancora un elemento: il suo primo spettacolo – mi ricorda – lo ha presentato a quindici anni. Era il 1965 e io ancora dovevo nascere. Nascerò due anni dopo senza ancora conoscerlo. Lui presentava e io allattavo. Ci incontreremo ventiquattro anni dopo, nel 1991 quando ho cominciato a lavorare nella redazione giornalistica a Teleacras diretta da Giovanni Taglialavoro. Da lì è stato un crescendo di stima, poi di amicizia. Adesso mi chiama Rarà, mentre io inizio con un deferente e dovuto “Maestro” e poi lo chiamo Egì. E ci raccontiamo della vita che trascorre, delle nostre storie, delle sofferenze e delle gioie come quella di questa sera, 30 maggio 2023, di diventare nonno per la prima volta (è nata Maia, figlia di uno dei suoi tre figli. Auguri a lui, alla nonna Maria Paola, ai genitori e agli zii). A presentarmi la nipotina, indovinate un po’, è stato proprio lui, nonno Egidio, incontenibile, felice come un bambino, in una videochiamata. Ha presentato questa nuova splendida creatura della famiglia Terrana non più da serio presentatore, ma lasciandosi andare a un’emozione incontenibile.

Felici i nonni, e felici gli amici.

La domanda ora è: la nipotina seguirà le orme del nonno?

Che bella notizia per un nonno e per un nonno giornalista. La vita è proprio bella.

Caro Egidio, con tutto l’affetto: nnà d’annacari!

Raimondo Moncada

*Le foto le ho ottenute dalla figlia Martina che ha subito accolto questa mia personale iniziativa con sorpresa e commozione per l’amore che ha per i genitori, confidandomi pure: “Papà ti vuole veramente bene, come se per lui fossi un pezzo di famiglia”.

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