Una birra con Zaki

Non per cosa – e riaffermo quanto io sia stato in pena per questo ragazzo mentre stavo a Bologna e anche dopo, per l’ingiustizia e il calvario giudiziario che ha subito in patria per la libera manifestazione del suo pensiero -, ma mi ha fatto impressione aprire un quotidiano nazionale online e leggere:

Ore 10,30 Zaki afferra la valigia.
Ore 10,31 Zaki fa il primo passo nell’aeroporto egiziano.
Ore 10,32 Zaki fa 50 passi al minuto.
Ore 10,33 Zaki si ferma, forse ha dimenticato qualcosa a casa.
Ore 10,34 Dopo la breve sosta, Zaki riprende a camminare.
Ore 10,35 Zaki dichiara: non ho nulla da dichiarare.
Ore 10,36 Zaki fa un profondo respiro e riprende i suoi passi …

A me nessuno ha mai riservato un trattamento simile, neanche quando sono salito per la prima volta in aereo nel 1986 per andare in gita scolastica a Parigi e al ritorno ho baciato il suolo dell’allora Punta Raisi per ringraziare di essere rientrato sano e salvo dopo:

Essere salito in aereo alle ore 15 dall’aeroporto parigino;
Alle 15,01 che mi chiudevano dentro sbattendo il portellone;
Alle 15,02 avevo raddoppiato il normale battito cardiaco;
Alle 15,04 il pilota ci consigliava in francese di farci il segno della croce;
Alle 15,05 …

La verità è che sono invidioso, ma contento per la tua liberazione. Goditi la libertà nella tua, nostra, cara e ospitale Bologna, Zaki. Appena ci vediamo, ti descriverò io, passo passo, stai attento:

Ore 11,30 Zaki sorseggia una birretta sotto le Torri con me;
Ore 11,31 Zaki brinda con me alla libertà con una birra rossa doppio malto, anche triplo…

Bentornato in Italia, il paese che ha fatto tanto per farti godere il profumo della libertà.

Raimondo Moncada

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