Il suono di una frenata

Mare e porto di Sciacca


“Ciaooo!”

Il suono di una frenata alle mie spalle non riesce a coprire il saluto proveniente da un’auto bianca che mi è passata davanti con una persona alla guida il cui contorno maschile è però mascherato dai riflessi della luce sul parabrezza. 

Mi è accaduto ieri mattina e lo voglio raccontare oggi al risveglio, sotto la pioggia. 

Quel ciao non ha un tono ironico, minaccioso. Non sembra uno della Squadra Catturandi che mi ha scambiato per un latitante pericoloso e mi ha detto un amichevole “ciao” come esca per bloccarmi. 

Fa marcia indietro per qualche centimetro mentre io, impavido, decido di andargli incontro. 

“Come va?” mi dice aprendo il finestrino della portiera passeggeri e aprendo nello stesso istante tutto il suo volto al sorriso e alla sorpresa. 

“Adesso bene. Sono sempre dentro il percorso medico …”

“Ma intanto è bellissimo rivederti qui!”

Ci stringiamo la mano al volo, come un abbraccio, come quegli abbracci che di giorno in giorno si assommano di amici e di amiche che mi incontrano e a cui sento dire tante espressioni che registro: “Ma possiamo che c’è ancora il Covid?”, “Non desideravo altro che vederti e abbracciarti come sto facendo adesso” … 

Riprendo la mia sgambata per le vie, vicoli e piazze del centro storico di Sciacca, seguendo il consiglio dei chirurghi: “Deve camminare”. 

Approfitto di un bel momento di sole, mentre l’uomo della macchina bianca va via, ingranando una dopo l’altra le marce così come fa l’auto che senza scaricare i nervi sul clacson ha atteso con pazienza quegli istanti del mio fortuito incontro. Mi avrà riconosciuto? Me lo domando perché quando esco di casa mi sento sempre osservato. È come se tutti sapessero di me, come sapeva l’uomo dall’auto bianca, professore di violino e direttore di orchestra nella scuola media di mia figlia Luna, a Sciacca. 

Cammino e osservo ciò che vedo che sento. Un gatto miagola davanti a un bar. Un gabbiano si fa una passeggiata in solitaria in piazza Scandaliato. Io cerco refrigerio all’ombra mentre il mare, al di là, scintilla di luce. 

Raimondo Moncada

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