La mia cassata di Natale

Cassata siciliana preparata da un pasticciere di Sciacca

Iniziamo presto la Santa giornata, anche oggi che è Natale. 

In giro non vedi persone. Dormono ancora dopo una notte di preghiera per le famiglie e i tanti fedeli e di pub per i giovani, rientrati a casa un secondo prima dell’alba. 

Io sono ormai vecchio e la notte l’ho trascorsa a casa. Non ho neanche acceso la tv per la compagnia virtuale. Sono andato a letto, dopo cena per svegliarmi (senza sveglia) poco prima della mezzanotte come se avessi avuto dentro un orologio donatomi alla nascita. E alla mezzanotte ho sintonizzato i battiti del mio cuore ai battiti del mondo. Poi a nanna. Ho recitato ai miei occhi la formula magica: “Abracadabra!” e si sono chiusi, fino all’alba di oggi che è iniziata con un calore primaverile, molto anomalo ma purtroppo normale nell’impazzimento climatico. 

Per iniziare bene la giornata mi sono regalato così un’uscita di buon mattino, nel tepore del giorno di Natale immergendomi tra gli odori i sapori le visioni della mia Sicilia nel mio attuale stato iper sensibile a tutto e pronto a scoppiare in un nubifragio di lacrime alla prima emozione. 

Ed eccola la regina, la Cassata, in una pasticceria del centro. Alla visione improvvisa si attiva all’istante la reazione chimica chiamata dagli scienziati “acquolina” ma il dolce è già prenotato da giorni. È però messo in vetrina a fare la “raggia” a tutti e a me che non posso fare altro che fotografarlo e mangiarmi la foto, ma piano piano, frazionando il pasto nel corso della giornata per non appesantire – mi ha consigliato ieri sera un amico medico al telefono – tutto il sistema digerente che ancora non è del tutto ritornato alla normalità. Ma questo è. Il primo pezzo di foto di Cassata è andato, buonissimo! 

Raimondo Moncada

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