La Madonna del Soccorso ritorna a illuminare di luce abbagliante lo storico quartiere ebraico di Sciacca. Due benefattori hanno donato una statua di ceramica della Vergine col Bambin Gesù per colmare il vuoto nell’edicola votiva dopo la misteriosa e inspiegabile sparizione della statuetta che stava lì non si sa da quanto tempo, forse da quasi un secolo (così ci dice una residente). I donatori sono Calogero Parlapiano e la moglie Enza Fazio. Appena hanno appreso della sparizione dal mio post su Facebook (fa pure del bene), appena hanno letto la mia pubblica denuncia, il mio appello e hanno saputo del grandissimo dispiacere mio e del quartiere si sono subito fatti avanti:
“Il quartiere riavrà la sua statuetta. La doniamo io ed Enza”.
E così hanno fatto, alla vigilia di Natale.
Calogero, a nome suo personale e della moglie impegnata al lavoro, ha risposto al mio post su Facebook e ieri pomeriggio mi ha chiamato, per rimproverarmi. All’appuntamento, lui è arrivato puntuale nel luogo della sparizione mentre io no. Trovandosi solo in Cortile Cattano, mi ha chiamato al telefono:
“Ma dove sei?”, quasi a chiedermi se mi fossi tirato indietro dopo il polverone, se mi fossi pentito.
“Dammi solo sei ore e arrivo!”
Gli ho detto proprio così (“sei ore e arrivo”) ma per farlo spaventare, per fargli aumentare la tensione dentro come all’acme di un romanzo, semplicemente per scherzare.
Ho perso tempo perché sono andato in un negozio a comprare una lampadina (è sparita pure quella) per avvolgere di flebile luce umana l’accecante aura celeste di Maria Santissima del Soccorso, patrona di Sciacca e dei devotissimi saccensi che la venerano in ogni istante della giornata e che le manifestano a piedi scalzi devozione il 2 febbraio e il 15 agosto di ogni anno, da mezzo millennio, con una processione per ringraziarla dei numerosi e continui miracoli.
“L’ho fatto solo perché lo sentivo.
Vedo che fai foto…”
Calogero mi ha pregato non come si prega un santo perché non lo sono (e né lo voglio essere per troppe responsabilità e troppe rinunce terrene). Non vuole pubblicità.
“Non lo faccio per un post su Facebook”.
“Tu non ti devi preoccupare”.
Gli parlo, lo tranquillizzo e nel frattempo continuo a scattare foto del suo arrivo, mentre scarta la statuetta, mentre la colloca nel posto dove c’era la statuetta precedente.
“È bellissima” gli dico continuando a scattare fotografie e a chiedergli pure dei selfie facendolo sentire molto in imbarazzo.
“Ma che fai?” mi ripete.
“Tu non ti devi preoccupare” rispondo.
Mi permetto di scrivere queste poche parole e di pubblicare foto affinché quello che è accaduto, la non buona azione e la buona azione, e per testimoniare con un urlo social il grande cuore delle persone, capaci di piccoli straordinari gesti. A nome di tutti ringrazio gli amici Enza e Calogero per il dono che ha illuminato un intero quartiere quartiere irradiandosi istantaneamente in ogni angolo bisognevole della città e dentro il mio cuore: una protezione!
Grazie, siete due ragazzi splendidi.
Raimondo Moncada
P.S. Questo post è privato. Nessuno saprà mai che siete stati voi. Faccio voto del silenzio. Il bene si fa muti muti, avete perfettamente ragione e la penso come voi. In queste cose è importante il gesto sincero e non l’apparenza dell’esaltazione. E io ho apprezzato il gesto vero, immediato, profondo di due persone genuine. Nessuno ne saprà mai nulla.
Le cose belle si condividono, però. Non sono riuscito a contenermi. Chiedo umilmente perdono. Ero tra il farlo e il non farlo. Alla fine l’ho fatto: è Natale! E avete permesso che un quartiere del centro storico di sciacca vivesse questa festività con la sua Madunnuzza.
C’è chi doveva sapere che esistono al mondo persone come voi.
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