Ho incontrato Paride, l’ho accarezzato e gli ho fatto gli auguri di Buon Anno e di buone festività.
Non si fa, dite?
Nessuno fa gli auguri ai cani?
E io allora sarò l’unico al mondo a farli e il primo a cominciare con gli auguri agli animali che non sono animali nel significato che diamo al termine quando ci rivolgiamo a certi umani.
Una creatura bellissima, Paride, di tre miei amici che lo trattano come un figlio, come un fratello (e non come se lo fosse). E ne hanno cura per tutti i suoi bisogni, anche quelli di una passeggiata rilassante in centro, con le luci, la musica e la serenità senza i rumori e lo smog delle macchine.
Ci siamo abbracciati e ho notato che tremava e voleva andar via e non da me. Paride aveva paura dei botti.
Ma si può?
Nta li manu ai bottisti! Nta li mano.
A voi niente auguri. Mi dispiace. Ieri con i miei amici di fuori assieme ai loro piccoli, oggi è successa la stessa cosa con Paride.
Non se ne può più.
Una cosa sono gli spettacoli di giochi di artificio, in cui ammiri la meraviglia nel cielo che si illumina di mille colori al ritmo di quelli che diventano suoni, melodie, altra cosa sono le miccette sparate tra la gente da ignoti che si nascondono e provano sadico piacere nell’assistente allo spavento di anziani, bambini e canuzzi.
Raimondo Moncada
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