Ho vissuto il giorno del Voto, andando nel pomeriggio per luoghi sacri e per le vie di Sciacca con l’amico giornalista Calogero Parlapiano. Momenti di intensa religiosità prima della processione del simulacro della Madonna del Soccorso del 2 febbraio, giorno di festa.
“Fin dalle prime luci del mattino – leggo nel libro del 2002 di padre Andrea Falanga – la Chiesa Madre accoglie centinaia di devoti provenienti dalla Chiesa di Sant’Agostino da dove, per tradizione, ha inizio il Voto. La giornata è preparata da un Ottavario solenne, dal 25 gennaio al primo febbraio, al quale partecipa una grande folla che sosta in preghiera, recita il Rosario e chiede grazie particolari. Il momento culminante è la partecipazione della cittadinanza alla processione eucaristica di mezzogiorno, che si muove da Sant’Agostino verso la Chiesa Madre dove si rinnova, in forma pubblica e solenne, la promessa del 1626”.
“È questo il significato, il vero spirito del Voto: un popolo credente e orante che vuole riaffermare e tramandare la riconoscenza e l’attaccamento alla sua celeste Patrona, esternandogli con un atto pubblico di fede nella presenza del suo Figlio Gesù nell’Eucaristia. Molti partecipano a piedi scalzi alla processione, o portando un cero votivo. Il Sindaco, a nome dei cittadini, rinnova il giuramento e l’offerta del 1626”.
Raimondo Moncada
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