IT-alert, la mia sveglia personale

Arrisantavu! Sono letteralmente saltato dalla sedia, dove in quel momento ero appollaiato.

L’IT-alert è stato così efficace che, nel compilare il questionario, ho chiesto al servizio pubblico di allerta nazionale di svegliarmi domani mattina alle 7, puntuale, e di buttarmi giù dal letto.

Eccezionale.

L’alert mi ha sorpreso, per non dire spaventato, anche se ero già a conoscenza del test in Sicilia della Protezione Civile. A mezzogiorno il cellulare ha cominciato a impazzire in coro assieme ai cellulari di altre persone che in quel momento erano con me, mostrandomi il display illuminato con un testo in cui venivo informato di non spaventarmi anche se mi ero lo stesso spaventato con una suoneria mia sentita prima. L’alert serve a questo a scuoterti in caso di necessità: “Ti comunico che nella zona dove abiti a momenti accadrà qualcosa di grave, scappa! scappa!”

Per fortuna è stata solo una prova ma il sistema ha funzionato benissimo.

Forse sono stato un privilegiato o forse all’operatore sarà sfuggito il dito è successo che ho ricevuto un secondo alert dieci minuti dopo il primo. Avrei dovuto spaventarmi, perché solo il primo era un test, un esperimento, per vedere se tutto funzionava, se il mio cellulare – come tutti gli altri cellulari della Sicilia – veniva agganciato dal segnale sincronico della Protezione Civile nazionale. E invece, forte della prima esperienza, la seconda volta non mi sono spaventato. È diventato un fatto normale, parte di me.

È grave?

Per me sì, perché agli allarmi non bisogna abituarsi, così come alle emergenze. E bisogna mettersi e mettere in salvo.

Raimondo Moncada

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