Ma dico io: uno non è libero di starsene per i fattacci suoi seduto su una panchina, esposto alle rare correnti d’aria, a non fare niente, proprio niente? A non vedere niente, proprio niente? A non sentire niente, proprio niente?
Solo quel che accade attorno a te, casualmente.
Non è uno spettacolo? Non è un privilegio di libertà? Perché si deve per forza fare qualcosa? Che cos’è questa continua frenesia, quest’ansia a occupare il tempo?
Tutti si possono organizzare come vogliono, come meglio credono, e andare dove vogliono, dove più si sentono realizzati. Io sto seduto su una panchina, nient’altro che su una panchina, protagonista del niente. Per scelta.
Non ci potrò stare per molto, sulla panchina, e questa volta non per mia scelta. Ma camminerò, darò protagonismo ai piedi, facendomi largo tra panchine anche vuote, non considerate da persone che hanno scelto altro.
Mi alzo proprio adesso, e mi metterò in cammino dopo la firma.
Una buona serata a tutti, luci della notte. Qualcuno di sicuro mi incontrerà e mi chiederà: “Cosa fai questa sera?”. So cosa rispondere, e non mi vergogno a dirlo: NIENTE!
Raimondo Moncada
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