Generazioni superficiali con gli ebook

Il libro di carta non potrà e non dovrà mai sparire. La carta è la profondità, il digitale è la superficialità. E non possiamo cedere alla superficialità. 

È un concetto espresso da Andrew Wylie in una intervista concessa a Federico Rampini e pubblicata su Repubblica il 9 ottobre 2014.

Andrew Wylie è presentato come “l’agente letterario più famoso e più potente del mondo” e come “l’agente dei Nobel” perché fanno parte della sua scuderia autori del calibro di Philip Roth, Salman Rushdie, Milan Kundera. Wylie sta portando avanti la battaglia contro il colosso Amazon, per salvare, dice, il libro, l’editoria, le librerie e gli scrittori di qualità. 

Per Andrew Wylie l’ebook non straccerà mai la carta:
“Il libro digitale su tablet va bene per le letture usa e getta, di rapido consumo. Ma per un romanzo di qualità, o per un serio saggio di economia, che vuoi rileggere in varie epoche della tua vita, il libro di carta resta imbattibile. Io a casa voglio essere circondato dai miei libri, inclusi i capolavori classici. Il digitale non è una cultura della profondità, è ideale per spaziare in superficie. E non sono favorevole a incoraggiare la superficialità. Si pagano dei prezzi, per questi errori“. 

Un interessante dibattito si é aperto anche su internet. Le nuove tecnologie rendono a lungo andare stupidi? 
L’intervista completa su Repubblica in questo LINK

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