La sparizione degli esperti: algoritmi sul banco degli accusati

Sono spariti gli esperti. Gli esperti intesi esperti, quelli veri insomma, non quelli che si sentono esperti tanto per darsi aria da esperti per imitare gli esperti veri. Di esperti, quelli col marchio Doc di fabbrica (quelli che richiami dicendo: “Lo ha detto Lui”), non se ne vedono più in giro. O se ne vedono pochi. Si registrano sparuti casi di grandi esperti chiamati che litigano con altri grandi esperti chiamati.
Prima era una girandola di grandi esperti, una festa di grandi esperti, un gioco d’artificio di grandi esperti.

Si aprivano pure corsi di specializzazione universitaria in Espertologia. C’erano esperti in economia, in finanza, in prodotti bancari, in borsa, in borsette. C’erano esperti per creare ricchezza. C’erano esperti per creare lavoro. C’erano esperti che ti consigliavano di lasciare un lavoro poco gratificante e diventare imprenditore di te stesso. C’erano esperti, pure, che ti consigliavano di fare l’opposto. Stava a te scegliere da che parte stare.

Ci saranno stati esperti finanche in protezione urbana, per difendere le città dalla furia tempestosa dei fiumiciattoli. C’erano esperti per qualsiasi cosa, esperti per arrivare dovunque, esperti per risolvere qualsiasi tipo di problema, esperti per ottenere un successo garantito. C’erano esperti assai esperti.  

Da un po’ di tempo gli esperti in quanto grandi e titolati esperti sono spariti. O, comunque, nessuno si presenta trionfalisticamente al mondo e dice: “Eccomi, io sono esperto in…”.

E perché? Domanda che nasce spontanea, domanda che fa nascere altre domande a cascata. Non ci sono più grandi esperti? Gli esperti Doc si sono nascosti? Gli esperti esperti sono stati rapiti? Non si riconosce più la funzione? La figura dell’esperto graduato si è estinta? L’espertologia ha fallito?

A ben pensarci, neanche più di maghi si parla. Non vedo più palle in giro. E neanche bacchette magiche. Non vedo più nessuno predire il futuro con tanta precisione e sicurezza. Non si predice più neanche il domani. La borsa finanziaria di Milano adesso ti guadagna sulle ali dell’entusiasmo dieci punti e dopo una dichiarazione del capo di una capa te ne perde venti di punti. Non conviene all’esperto consigliare acquisti o vendere di azioni. Gli conviene stare fermo e non agire. 

Solo le previsioni meteorologiche ci azzeccano, ma non sempre. Per questa ragione, gli indovini del tempo sono seguiti in tv, sui giornali, su internet per sapere se per Natale dobbiamo uscire con la maglietta di cotone oppure imbottirci di maglioni, giubbotti e mutande di lana Merinos. Gli esperti di meteo sono gli unici grandi esperti che resistono alla moria.

Ora impazzano gli algoritmi. Gli algoritmi vengono presentati come nuovi esperti, nuovi maghi, nuovi guru. Gli algoritmi, la stessa mezza parola già lo dice, ci ritmano l’esistenza, ci influenzano il modo di pensare e di camminare. Registrano istante dopo istante fenomeni, movimenti, usi, costumi, cambiamenti, mode, gusti, il battito di ali di una farfalla. Inquadrano, con perfezione matematica e nell’artistica elaborazione di centinaia di grafici, ogni tendenza e la tendenza di ogni tendenza. Capiscono tutto al volo, a una velocità più veloce della luce. 

Non foderiamoci gli occhi con fette di prosciutto cotto e di salame crudo. Prendiamone atto, mettendoci di profilo. Gli algoritmi sono diventati essenziali. Non se ne può più fare a meno. Ti consigliano dove andare, perché andare, cosa fare, come farlo, cosa scrivere, come scrivere, quali video guardare su Youtube. Se gli scrittori non scrivono come suggerisce l’algoritmo non verranno letti, non venderanno il buco di una copia, nessuno li considererà più. Se l’ortolano non consulterà l’algoritmo, non infilerà nessuna banana. Se lo studente non sceglierà il corso di studi indicato dall’algoritmo, sarà destinato a essere disoccupato. 

Senza fede nel potere miracoloso dell’algoritmo siamo nessuno. Ecco la nuova sacra verità. In tanti lo hanno capito e si sono adeguati da tempo, divenendo credenti, competenti, vincenti, sorridenti.    

Le prossime elezioni politiche saranno decise dagli algoritmi. Avremo fra non molto il governo degli algoritmi, le economie degli algoritmi, il pensiero degli algoritmi, la religione degli algoritmi, il pane degli algoritmi, le pere degli algoritmi, il futuro degli algoritmi. A gran velocità. Perché è la velocità che conta.  

Affidiamoci animo e corpo all’algoritmo, avremo tutti grandi opportunità, non ci saranno più guerre, non ci saranno più integralismi, non ci saranno più storture, non ci saranno più persone brutte, non ci saranno più persone che rimarranno indietro. Avremo solo persone che rimarranno avanti e saremo tutti felici. 

Amen.  

Raimondo Moncada 
www.raimondomoncada.blogspot.it 

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