Mi ha fatto molto piacere partecipare a una serata dedicata a quattro grandi e storici protagonisti del Carnevale di Sciacca, Vincenzo Catanzaro, Lorenzo Raso, Angelo Pumilia e Pippo Graffeo. Ognuno ha recitato al Circolo di Cultura – strapieno – brani di propri copioni, attraversando gli ultimi sessant’anni del Carnevale, tra satira, poesia, ricordi, omaggi, nostalgia.
Io ho partecipato in punta di piedi solo per dare voce a due poesie e a brani di un copione del 1967 (anno della mia nascita) di Lorenzo Raso perché Lorenzo ama scrivere (42 copioni all’attivo) ma non recitare e mostrarsi al grande pubblico.
Ovviamente, quando insistono sulla mia presenza dialettale, chiedo sempre scusa quando leggo testi in sciacchitano stretto col mio materno giurgintano che sempre mi accompagna, perché dentro di me, un tutt’uno. Non lo posso per fortuna strappare. A ognuno la propria lingua madre.
Angelo Pumilia ha duettato con Anita Lorefice, in una serata presentata da Flavia Verde. Mentre Pippo Graffeo e Vincenzo Catanzaro hanno dato da soli carne e voce alle loro tante creature.
Mi ha fatto piacere essere in mezzo a monumenti artistici del Carnevale di Sciacca e incontrare tra gli altri un grande uomo di teatro, scrittore, drammaturgo, regista, attore, fondatore di una delle storiche compagnie della provincia di Agrigento che non vedevo da tempo, Vincenzo Catanzaro (nella foto, davanti a me), che un po’ di tempo fa mi ha contattato paternamente preoccupato per il mio stato di salute.
Raimondo Moncada
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