Dopo il David, le vergogne di Palermo

Il sindaco di Palermo niente vede? Perché invece di occuparsi di amministrare la città non pensa ai cicini sotto casa? Ma non legge i giornali? Non ha letto quel che è successo in America? Non ha paura dell’onda che potrebbe travolgerlo?

Il mondo evolve, va avanti. Tutto si vede in modo diverso. I giovani hanno ormai la libertà di vedere, fotografare e di dire tutto. Anche i genitori dei giovani in libertà che si sollevano contro il gran cicino italiano, troppo scolpito, troppo evidente, troppo realistico, mostrato da una professoressa in una lezione d’aula non sui cicini in particolare ma sull’arte, sul Rinascimento del Bel Paese, sui grandi capolavori di ogni tempo.

E la professoressa d’arte ignuda, giustamente per loro, è stata licenziata a causa del “pornografico” cicino del David di Michelangelo il più fotografato del mondo, il più richiesto dalle gallerie d’arte del pianeta perché opera di uno per più grandi geni dell’umanità. Sui cicini, secondo l’american pensiero, va messa la foglia di fico o, al massimo, una stella, meglio se dei mutandoni larghi e non attillati.

E Palermo?

Palermo, splendida città d’arte, capitale di cultura, ha un sindaco che è anche stato rettore dell’Università, di Palermo e anche di Agrigento, Roberto Lagalla. Dovrebbe avere certe moderne sensibilità internazionali d’oltre oceano. E invece no, fa finta di niente. Arriva in piazza della Vergogna e sale in Municipio senza dire niente, senza esprimere sdegno di fronte ai cicini al vento, alle intemperie, ai flash dei turisti che vengono da ogni parte del mondo per fotografarsi accanto ai così, maschili e femminili, scolpiti in piazza Pretoria proprio dove sventolano le bandiere siculiana, italiana, europea, dal Palazzo Municipale. Il sindaco Roberto Lagalla, come minimo, dovrebbe far licenziare lo scultore, Francesco Camilliani, guarda caso fiorentino, che nel 1554 ha realizzato questa fontana, attrazione ogni giorno di fiumi di turisti sicuramente arrapati. Poi dovrebbe con propri uomini e mezzi spianare questa indegna esposizione d’arte a cielo aperto.

Nelle more, potrebbe coprire ogni inguardabile nudità con dei ventagli, delle cianciane, delle coppole, dei coni gelato, dei coppi di nocciolina e simenza così dopo cinque secoli la finiamo con questa vergogna. Se non lo fa, rischia l’impeachment da parte delle stesse famiglie che hanno fatto licenziare l’insegnante del cicino di David spiegato artisticamente ai loro figli con appassionato amore per l’arte.

Il sindaco Roberto Lagalla dovrebbe seguire le orme del collega di Firenze: invitare l’insegnante a Palermo per darle un riconoscimento a nome della città e della Sicilia: “L’arte è civiltà e chi la insegna merita rispetto” e non la condanna talebana.

In America, a sedare gli animi dei genitori indignati e infuriati, potremmo inviare il poeta Domenico Tempio.

Attendo un cenno per presentare ufficialmente la mia proposta non per PEC ma di presenza, così mi indigno di nuovo a vedere le statue della bella Palermo e a farmi un bel selfie davanti a sculture che se la giocano con il David di Michelangelo.

Intanto, VERGOGNA!

Raimondo Moncada

P.S. Le foto sono state scattate e mostrate nel 2018, con sindaco Leoluca Orlando, e da allora non è accaduto niente. Nessuno si è permesso di toccare i capolavori d’arte di Piazza Pretoria a Palermo. La vergogna è nella gola di chi la grida e che, durante la storia, purtroppo, si è trasformata in cieca furia distruttiva.

P.S. 2 A scanso di equivoci e spiacevoli malintesi, è tutto un commento ironico.

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