Liolà: “Basta ca c’è lu suli e la saluti”

“Basta ca c’è lu suli e la saluti”.
È un augurio poetico del Liolà di Luigi Pirandello nelle cui vesti mi sono ritrovato vent’anni fa a Favara in uno spettacolo composito dal titolo “L’agneddu di Giufà”.

È stata una performance teatrale e musicale che ha animato vari spazi del Castello Chiaramonte, messa in scena in occasione della IX edizione della Sagra dell’Agnello Pasquale.

Nella conduzione dei vari quadri, con bravissimi attori e musicisti agrigentini, mi sono ritagliato un frammento del Liolà di Luigi Pirandello.

L’ideatore e regista dello spettacolo è stato l’amico Giacomo Sorce.

Approfitto della Giornata mondiale del teatro, per ringraziare per l’amicizia, l’affetto, la stima i compagni e le compagne di viaggio che nel corso degli anni mi hanno coinvolto, preso, entusiasmato, aiutato, insegnato, facendomi amare quest’arte.

Non sono un professionista, non ho studiato a scuola, in accademia, quel poco pochissimo che ho fatto è stato per trasporto, per attrazione, per coinvolgimento, per curiosità, per gioco. Bene o male non so e ora non mi interessa più. Basta ca c’è lu suli e la saluti.

Raimondo Moncada

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