Essere italiani

Sentirsi italiani. Sentire forte il senso di appartenenza, con le sue radici profondissime, per una terra, una nazione, uno Stato, una Patria.
Essere italiano, essere dell’Italia e non di un’altra nazione.
Lo conoscete questo sentimento? questa vibrazione invisibile che d’un colpo ci unisce abbattendo ogni ostacolo, ogni ritrosia, ogni barriera, ogni differenza sociale e geografica? Tutti in un’unica bandiera.

Viene fuori in tante occasioni. Quando la nostra terra viene minacciata, quando la nostra terra viene insultata, quando nostri giovani connazionali in missione di pace all’estero perdono la vita, quando la nostra terra viene esaltata, quando le nostre nazionali di calcio, di atletica, di pallanuoto, vincono competizioni internazionali, quando per ragioni di bisogno, di lavoro, di spettacolo ci troviamo fuori dai nostri confini.

Mi è capitato in quest’ultimo caso compartecipare al fortissimo sentimento di appartenenza di nostri connazionali emigrati in tanti paesi esteri e riuniti in comunità. Quando sentono l’inno di Mameli, vedono sventolare il tricolore o assistono a uno spettacolo in italiano, con musiche italiane, con testi in italiano, con artisti italiani, si commuovono e si mettono a piangere. E alla fine ti vengono ad abbracciare e a ringraziare con le lacrime.

Mi è capitato nella mia giovinezza fare questa esperienza in una compagnia teatrale, in Germania, in Belgio, in Francia. E ti senti italiano tra italiani, dentro un fortissimo sentimento di italianità che vibra facendo pure tanto rumore. Tu porti l’Italia agli italiani che non stanno da anni nel loro paese natio.

Così come mi è capitato partecipare con in mano la bandiera italiana a rassegne folcloristiche all’estero (Turchia, Romania, Spagna) e a sentirmi ancora più italiano, con la responsabilità di quella bandiera, di quel quel simbolo, di rappresentare agli occhi di chi ti ha ospitato un’intera nazione. E tu ti senti guardato e giudicato da italiano (mih che beddu!) perché un’idea di chi siamo ce l’hanno, perché hanno un’immagine di noi e della nostra storia e anche delle nostre bellezze. Ed è per questo che ci vengono poi a trovare, da turisti.

Sentimenti che in una giornata come il 2 giugno, Festa della Repubblica, Festa di uno stato libero e democratico, ritornano. E nel tricolore che sventola in cielo non ci siamo solo noi, italiani di oggi, ma ci sono gli italiani che non ci sono più, gli italiani di ieri e dell’altro ieri che vibrano assieme a noi in un unico suono al vento dentro quel drappo, in quei colori splendenti: verde, bianco e rosso. Viva l’Italia! E viva gli Italiani!

Raimondo Moncada

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