La mia scuola, il mio esame

Un amico mi ha inviato oggi una carrellata di fotografie di una scuola, che non è una semplice scuola, è la mia scuola: il Liceo Scientifico Linguistico Leonardo di Agrigento.

“Dopo trent’anni torno da commissario” mi ha scritto.

Che emozione!

Non metto piede al Leonardo da non so quanto tempo, ad Agrigento da quasi due anni.

“Qualche volta mi piacerebbe farmi una passeggiata con te in città” mi ha scritto il mio amico prof.

Ho frequentato questa scuola negli anni Ottanta: indirizzo sperimentarle artistico. Allora non c’era la scala antincendio che copre la finestra, ultimo piano a sinistra, della mia classe.

Sospesi in aria, alla fine della città, sotto il manicomio, sopra la Valle dei Templi e il mare, accanto al Provveditorato agli studi, circondati da tutto, pure dal sottostante cimitero di Bonamorone. Non ci mancava niente, neanche il sogno del futuro che è una grande molla ma anche una pressa se troppo carica di aspettative.

Poi quel salto dopo gli esami di Stato del 1986, dopo la grande ansia degli esami, della grande paura dei commissari “cattivi” così cattivi che oggi sono pure più giovani di te e ti mandano le cartoline della tua scuola conoscendo i tuoi trascorsi e sapendo che ti farà tanto piacere:

“Guarda dove sono!”

I ricordi sono tanti, legati ai tuoi insegnanti e a quei compagni incontrati in primo anno e che, dopo cinque anni, sono diventati amici per la vita. Ricordi legati al luogo, alle classi, ai corridoi, alla palestra, agli spazi della ricreazione, dove ho trascorso cinque anni della mia esistenza. Dentro c’è ancora una parte di me.

Un augurio agli studenti che si preparano al grande salto. È solo una tappa importante della vostra vita. Ce ne saranno altre, anche più impegnative. Preparazione e leggerezza, mi raccomando. E poi un gran tuffo a mare.

Raimondo Moncada

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