Il tifo preso a pugni

Il tifo preso a pugni.
Per anni ci tifi contro, lo prendi per cascatore, per un provocatore, per un pugile, per un giocatore non onesto, un buono a nulla, e poi te lo ritrovi in squadra e sei costretto ad accoglierlo con tutti gli onori e a integrarlo tra le tue leggende; sei costretto a cambiare rotta e a cercare parole prima di giustificazione e poi dolci parole d’amore.

Brutto mestiere quello del tifoso legato ai propri colori, alle proprie colonne, alla storia della propria squadra fin dai pannolini della nascita.

Ed il discorso è generale, intendiamoci. Non riguarda solo i clamorosi e recenti casi di Lukaku e di Cuadrado.

Per chi tifare? Per un giocatore contro il quale ne hai dette di tutti i colori? Per un giocatore che ha giurato fedeltà eterna ai tuoi sacri colori e che poi quando gli fanno annusare la sarda dall’alto cambia subito idea?

Il tifo preso a pugni. Ma questo è il calcio. La colpa è dei tifosi che tifano, nonostante tutto, con le proprie bandiere acquistate da altre botteghe.

Un consiglio ai miei amici interisti: cominciate ad amare da subito tutti i giocatori della Juventus, a partire dai rottamati, potrebbero un giorno giocare per voi (io ho cominciato ad apprezzare tanto un vostro attaccante stregato dalla maglia bianconera).

Già immagino gli applausi e le luci di San Siro…

Raimondo Moncada

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