Sembrano scarpe di esseri giganti, ciclopici, fiabeschi. Un normale essere umano non le potrebbe calzare. Le più piccole – di circa sessanta centimetri di lunghezza – hanno bisogno di quasi tre piedi di un uomo o di una donna di questo mondo, e almeno sei-otto piedi di un bambino. Con le più grandi il conto diventa più complicato.
Le calzature giganti sono in mostra alla Chiazza, lungo la scala del cosiddetto “sciddicaloru” di Sciacca. E sono diventate un’attrazione. I turisti, sorpresi da tanta bellezza, si fermano, e si fanno la foto ricordo, con la splendida scalinata di via Triolo che conduce nel quartiere della street art di San Leonardo e con questi autentici pezzi d’arte calzaturiera. L’autore delle scarpe giganti è un novantenne, Giuseppe Sutera. L’autore dell’istallazione artistica che ogni anno, ogni giorno si rinnova, è Fabio Venezia, commerciante e attore, che ha avuto le scarpe in dono dallo zio.
Sono fatte a mano, in pelle, con grandissima cura del dettaglio, secondo la storica tradizione dell’arte calzaturiera italiana.
Le scarpe di alto artigianato di solito vengono realizzate su misura per dei clienti esigenti, amanti del bello da indossare e da sfoggiare. Nel caso delle calzature di Giuseppe Sutera potremmo essere davanti alla prova che a Sciacca vivano dei clienti giganti come gli artisti, numerosi e molto creativi che operano in questa città.
Indagherò. Intanto sappiamo che Giuseppe Sutera modella a casa per puro piacere, per impreziosire la quotidianità del proprio tempo. E sappiamo che Cenerentola impazzirebbe!
“Lo zio Giuseppe – mi racconta Fabio – esercita quest’arte da bambino. Negli ultimi dieci anni si è messo a realizzare questo tipo di calzature fino ad arrivare oggi a una collezione di cinquantatré pezzi che non si è fermata perché si arricchisce sempre di nuovi esemplari. Nella scala di via Triolo ci sono esposti solo sedici pezzi che cambiano spesso. Il paio di scarpe piu grande della collezione? Misura due metri e sessanta centimetri. Dentro ci va comodamente una persona intera”.
Capolavori che da alcuni anni, d’estate, vengono esposti nel plein air alla Chiazza. Ed è da alcuni anni che avrei voluto parlarne per condividere la mia meraviglia. Ma non è mai troppo tardi per esprimere la propria ammirazione e la propria gratitudine.
Raimondo Moncada
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