Uscire di casa col pensiero, entrare in una pasticceria con lo stesso pensiero, girarsi con gli occhi tutta la vetrina dei dolci, sceglierne uno e uno soltanto:“Quello lì!”Farselo tagliare in due, in parti uguali, gemellari, chiamarti e annunciarti:“Vediamoci”. Ed eccolo, panza e prisenza, con una confezione incartata come un regalo, con il nastrino, col fiocco.“Ma... Continue Reading →
Il dramma dei migranti siciliani nella salsa di pomodoro
Sapori di Sicilia, unici, necessari, vitali come l’ossigeno. A proposito di emigrazione, noi siciliani siamo drammaticamente esperti. Il viaggio in altre terre, il distacco dalla nostra terra, lo abbiamo nel nostro DNA per l’esperienza dei nostri nonni, dei nostri padri, dei nostri zii, dei nostri cognati, dei nostri figli. O perché ne abbiamo fatto esperienza... Continue Reading →
La testa mi sveglia di notte in siciliano e io scrivo
Friscu chi trasi di nottii spaddi ti dugnuasciucami li suduradi n’estati di focu.Trasidi la finestra spalancatanta lu munnuscurucomu si fussi ncaniatucomu si si l’avissia scuttari cu miamentri l’autri dorminumbriachi di vitasenza pinzerica tantu chi ci fa?nenti cangiae comu va vamentri la terradi na parti sparadi ncelu palli di ghiacciue sdivaca ventu a timpestaca sradica arberie... Continue Reading →
La tua terra brilla in lontananza
Ti appartiene e tu appartieni a lei. Ci sei nato. Ci sei cresciuto. Ci vivi. C’è chi tra le sue ultime volontà, lontano dalla propria terra, lascia scritto: quando sarà, portatemi a casa mia, seppellitemi dove sono nato. È la tua terra. E senti che ti manca quando sei costretto a starne lontano. È come... Continue Reading →
Mischini Rai, Eredità e Flavio Insinna
Contesto l’Eredità. Contesto Flavio Insinna per quello che ho visto e ascoltato nella puntata di oggi 6 febbraio 2023. “Mischinu” nella lingua siciliana significa più di “poveretto”, ha dentro qualcosa che la parola italiana non restituisce, non dice. Mischina! Davvero mischina, assai assai. La lingua italiana, in questo caso, si dimostra “poveretta”. In nome dei... Continue Reading →
Lingua troppo maschia
Se una donna che ha un ruolo, una posizione, una professione di gran prestigio, nel privato e nelle istituzioni, vuol essere chiamata muratore, fabbro, avvocato, dirigente scolastico, segretario comunale, notaio, direttore, ministro, architetto, ingegnere, ecc., pur sapendo della svolta dei linguisti e dei grammatici e dei sintatticisti e vocabolaristi, è in errore? E mi chiedo... Continue Reading →
I ricordi dialettali di Lorenzo Raso
𝐏𝐞𝐫𝐜𝐢𝐨̀ 𝐧𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐠𝐡𝐢𝐞𝐫𝐚 𝐭𝐢 𝐟𝐚𝐳𝐳𝐮 𝐒𝐢𝐠𝐧𝐮𝐫𝐢,𝐚 𝐭𝐢𝐚, 𝐜𝐡𝐢 𝐝𝐢 𝐝𝐝𝐚 𝐬𝐮𝐩𝐫𝐚 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐮 𝐯𝐢𝐫𝐢,𝐩𝐢𝐜𝐜𝐡𝐢̀ 𝐥𝐮 𝐧𝐯𝐞𝐫𝐧𝐮 𝐧𝐮𝐧 𝐟𝐚𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐨𝐧𝐭𝐚𝐧𝐚𝐫𝐢𝐞 𝐧𝐭𝐞𝐫𝐫𝐚 𝐥𝐮 𝐛𝐨𝐧 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐮 𝐧𝐮𝐧 𝐟𝐚𝐢 𝐭𝐮𝐫𝐧𝐚𝐫𝐢? Sono versi di un mio amico di Sciacca, Lorenzo Raso, stralcio di una poesia inserita nel suo ultimo libro Quatraria/2, edizioni Melqart Communication. La pubblicazione contiene “ricordi dialettali: storia, arti,... Continue Reading →
Omaggio a Cicerone, il siciliano
Sapevate che duemilacentoventotto (2128) anni fa scendeva su questa umana terra Cicerone? Era il 3 gennaio 106 avanti Cristo, ad Arpino, nel Lazio: così ho letto scritto. Cicerone, non quello che inventò la farina di ceci per fare le panelle, e neanche quello che ci guida per le vie e le piazze delle città spiegandoci... Continue Reading →
Primi nati con nome siciliano
Vince la tradizione ultra millenaria siciliana.👏👏👏 Ho letto che il primo nato nel 2023 ad Agrigento lo hanno chiamato Vincenzo, mentre al primo nato a Sciacca hanno dato il nome di Calogero, come il santo miracoloso sia di Sciacca che di Agrigento.Du masculuna!💪💪💪💪💪 Non li hanno chiamati con i nomi dei protagonisti di film, soap... Continue Reading →
Lo spinno dell’arancina
“Sa che cosa è lo spinno, dottore?”“Signor Moncada! Non mi metta in difficoltà, per favore e faccia quel che le dico”.“Di spinno si muore, dottore, lo sa? Gliel’hanno fatto studiare?”“Signor Moncada non me lo faccia più ripetere: non esageri con i cibi fritti”.“E come faccio? mi dica lei come faccio?”“Che significa come fa?”“Dico come faccio... Continue Reading →