A scuola con la CAA

Me la sono tirata per un anno. Altri impegni. Una lunga vacanza a Bologna.

– E dai, arricampati, vieni!
Poi mi sono lasciato convincere.

– Però pretendo la claque.

– E avrai la claque.

Accettate le condizioni, questa mattina ho varcato i cancelli del plesso Accursio Miraglia dell’istituto di istruzione superiore Don Michele Arena per partecipare a una mattinata in CAA dedicata alle alunne dell’indirizzo socio-sanitario, un progetto dell’associazione Nova con le amiche e gli amici dell’equipe che si è costituita a Sciacca dopo il corso di Comunicazione Aumentativa Alternativa promosso nel 2021 dal Comune di Sciacca e dalla biblioteca Aurelio Cassar con esperti del Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa di Milano e Verdello.

Sono stato in classe, in presenza, con Valentina Vitale e Daniela Bivona, e in collegamento da remoto con Francesca Drogo e la scrittrice e illlustratrice Alice Campanini.

Alice (da oggi ci diamo del tu) ha raccontato per più di un’ora ai ragazzi come, da studentessa di sedici anni si è appassionata a tal punto alla scrittura, al raccontare e a illustrare storie (poi tradotte in simboli), da farne un esaltante percorso di vita con all’attivo (ha 22 anni) già quattro libri.

Presente anche l’universitaria Roberta Bivona, che ha deciso di farne argomento di tesi di laurea (non su di me) ma proprio su questo linguaggio inclusivo e solidale pensato per chi ha bisogni comunicativi speciali.

Una mattinata tra i ggiovani (ho letto dei brani del Riccio di Alice Campanini tra gli scroscianti applausi della claque), in un istituto dove da una mia testimonianza di qualche anno fa è pure nato il mio ultimo libro E se tornasse?.

È bello riprendere dalle interruzioni.

Raimondo Moncada

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