La natura se la osservi bene, e non ti distrai, ti insegna tante cose.
Seduto nell’ora del tramonto a un metro dalla ringhiera di piazza Scandaliato a Sciacca, a guardare il mare, semplicemente il mare, che oggi ha cambiato colore, si è pure increspato lasciando la sua liscia e rovente tavola di settimane e settimane e quasi spingendo verso i miei sudori un venticello ristoratore, una vintuliata da Marina, mi sono accorto alzando gli occhi al cielo di una pianta, una bella agave fiorita, che vedendo la luna si è come allungata, ingigantita, forse per raggiungerla.
Cosa voglio dire, che se la bella agave ci crede veramente e non sta a sentire tutti quelli che, seduti, la stanno a giudicare per il suo aspetto e per le sue azioni e per i suoi pensieri, la luna la raggiungerà di sicuro.
Le manca solo un palmo e nella notte, mentre tutti andranno a dormire, sono sicuro che la luna si poserà lei stessa, da sola, senza farselo dire, sulla sua cima ad albero di Natale.
L’agave e la luna, che storia fantastica!
Raimondo Moncada
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