Una mia amica, scrittrice e insegnante di Lettere, mi ha bacchettato dopo aver letto un passaggio del dattiloscritto di un mio saggio sul regista Pietro Germi in cui ho messo a confronto due periodi storici diversi nella mia terra e poi la situazione negli anni Sessanta in due tanto diverse parti d’Italia. Il passaggio incriminato è il seguente:
“Non siamo più in Sicilia, nell’arretrato, problematico sud d’Italia, ma nell’evoluto Nord del Paese, in un’area geografica sottoposta negli anni Sessanta a eccezionali avanzamenti nel campo economico e sociale a differenza della distante ed ermetica isola”.
Mi ha bacchettato perché ho scritto “sud” minuscolo e “Nord” maiuscolo. La norma della Grammatica della lingua italiana dice che se i punti cardinali indicano aree geografiche vanno scritti in maiuscolo per dar loro, alla fine, la giusta dignità. Io mi sono giustificato dicendo di aver scritto “sud” da meridionale che da quasi sessant’anni vive nel e il meridione (ancora minuscolo). Non un errore, dunque, da matita rossa. Ecco lo scambio:
Io: “Ma noi storicamente siamo rimasti minuscoli”.
Lei: “La polemica storica non si capisce. Si capisce solo la sceccaggine grammaticale. Aggiustalo!”
Raimondo Moncada
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