La gloria, la prova e il ritorno di Totò Cascio

Nascondersi dal mondo per la malattia agli occhi. Per anni. Abbandonare il cinema, la ribalta, il contatto con gli altri e fuggire da tutto e da tutti per la difficoltà ad accettare una patologia che ti spegne dentro ogni cosa.

Toccare il fondo per poi risalire trovando la spinta nel confronto con chi non si è fatto abbattere dalla malattia divenendo artista di caratura internazionale pur senza vedere nulla o campione del mondo di diverse discipline sportive pur senza l’ausilio delle gambe.

È la testimonianza di chi ce l’ha fatta, il buon esempio, che gli ha fatto ritrovare le forze, l’innocenza fuggita, riportandolo non solo al punto di partenza ma proiettandolo oltre, con un libro, con la partecipazione a nuove esperienze cinematografiche, con nuovi progetti.

La testimonianza, il buon esempio. Sono questi aspetti che più mi hanno colpito di Totò Cascio, protagonista in tenera età di Nuovo cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore, in giro per l’Italia a celebrare il suo ritorno, a presentare il suo libro La gloria e la prova, oggi a Sciacca al Liceo classico Fazello a conversare senza filtri con il suo amico attore e regista Salvatore Monte.

Testimonianze di vita di cui ha un gran bisogno chi è dentro il pozzo buio di malattie invalidanti o patologie che mettono in pericolo la stessa esistenza.

Raimondo Moncada

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